a cura di Marco de Crescenzo ed Elisabetta Mero
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26 | 30 settembre 2018
Basilica di San Celso, Milano
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La personale di Valentina Kovalishina, in arte Valentinaki (nata a Riga nel 1985), avrà luogo, dal 26 al 30 settembre, presso il prestigioso Spazio San Celso in corso Italia 39, luogo storico, da poco restaurato e adibito a eventi culturali.
La mostra si svolge in occasione della celebrazione dei 100 anni dell’Indipendenza della Repubblica della Lettonia che avrà inizio in autunno e manifesta l’interesse dell’artista a creare dialoghi e connessioni tra l’Italia e il suo paese d’origine e tra passato e contemporaneità.
“Liquid Blue” indica la visione fluida dell’insieme che l’artista manifesta sia nel suo percorso, libero da strutture e blocchi mentali, sia nel suo modo di lavorare veloce e senza interruzioni concettuali riportandoci al meccanismo originario della creatività.
Il blu che invaderà lo Spazio San Celso, con dipinti su tela, realizzati con acrilici e resine pregiate, e una grande installazione site specific, rimanda ai colori intensi del mar Baltico, sua principale fonte di ispirazione. L’acqua scorre e rinnova continuamente l’ambiente circostante in un’onda di creatività e di innovazione. Il blu profondo colora la superficie talvolta calma, talvolta tumultuosa in armonia con la terra che la circonda. Il mar Baltico è imprevedibilità, è silenziosa riflessione, è contemplazione dell’infinito; liquido e in costante movimento è metafora della natura umana che incessantemente cerca il suo scopo.
“Nulla al mondo è più morbido e cedevole dell’acqua, eppure nel distruggere ciò che è duro e forte non vi è nulla che riesca a superarla” scriveva il filosofo cinese Lao –Tsu nel I secolo d.C., allo stesso modo Valentinaki si muove nel mondo in punta dei piedi ma con una carica espressiva fortissima in grado di modellare la materia seguendo l’impulso più profondo del suo essere.
Presso San Celso lo spettatore sarà coinvolto in una mostra scenografica, che proseguirà successivamente a Riga, e travolto da questo flusso irrefrenabile di positiva creatività.
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Nata a Riga nel 1985, Valentina Kovalishina, in arte Valentinaki, dopo gli studi in economia, diventa coreografa seguendo la propria vocazione artistica, fino a quando la sua insaziabile curiosità la porta alla pittura e allo sviluppo di uno stile, seppur coerente, sempre nuovo e imprevedibile.
La passione per la pittura e le arti sboccia fin da bambina in Valentinaki, che inaugura la sua formazione artistica frequentando un corso di disegno all’età di nove anni. In seguito, Valentinaki si dedica alla ricerca del colore cimentandosi con l’acquerello, prima, e passando poi allo studio del pastello con la pittrice lettone Valeria Shuvalova. Giunta in Italia nel 2009, apprende l’arte della pittura ad olio con l’artista fiorentina Giusy Boncinelli, che la avvia a una tecnica che resterà indissolubilmente nel bagaglio artistico di Valentinaki.
Il suo stile pittorico riceve quindi una scossa nel momento in cui comprende che la strada che più le appartiene è quella della pittura astratta, in cui l’artista lettone trova il suo massimo potenziale espressivo.
Sempre mantenendo una coerenza poetica ed estetica, Valentinaki estende la propria indagine artistica concentrandosi sull’aspetto materico e sulla tridimensionalità.
Le pennellate, in un crescendo di intensità, esplodono, trasformandosi quasi in basso rilievo e scultura.
Mediante l’utilizzo di materiali disparati e con una commistione tra colori, luci, ombre e oggetti, il pennello dell’artista descrive i temi a lei più cari.
Le narrazioni che Valentinaki crea con i suoi quadri, raccontandoci della natura e del mondo, sono un vero e proprio varco per giungere fino all’universo personale dell’artista.
I materiali variegati si stagliano, prepotenti e invadenti, sulla tela, trasmettendoci in una serie di rimandi virtuali le vibrazioni che Valentinaki sente quando è scossa dalle onde del suo mare e dal vento dei suoi boschi, conducendoci in un’altra dimensione, fatta di ombre e luci “Nell’espressività di Valentinaki non ci sono accanimenti di sorta, brusche impennate, inserti aggressivi. Non c’è neppure calcolo mentale. C’è, invece, molta sensibilità ed equilibrio espressivo, una legante definizione cromatica.”
Valentinaki giunge così a forgiare un nuovo mondo, un cosmo interamente ripensato per essere adattato a espressione della visione dell’artista e del suo universo, non privo di caos e di imprevisto.
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